MICROBIOTA UN MONDO DA SCOPRIRE

Il microbiota ha suscitato in questi ultimi anni un grande interesse nella comunità scientifica . Il numero di pubblicazioni sull’argomento negli ultimi cinque anni è arrivato a circa 35000 articoli; da tutti questi studi emerge l’importanza della comunità batterica del microbiota sul nostro stato di salute.

Per microbiota s’intende l’insieme di tutte le specie microbiche che abitano all’interno e all’esterno della superficie del nostro corpo ; nell’intestino umano è presente il cosiddetto microbiota intestinale, fra tutti il più importante e discusso.

E’ presente fin dalla nascita, ed è determinato dalla modalità del parto,( il canale vaginale è una mucosa ricca di specie batteriche), dall’allattamento al seno, dal tipo di svezzamento, dall’esposizione precoce a terapie farmacologiche e antibiotiche. Una parte del microbiota è costantemente residente; parte si modifica nelle diverse fasi della vita o in condizioni di malattia, ma il fattore principale nel determinare la composizione del microbiota è sicuramente la dieta.

Numerosi studi, fra i quali uno italiano pubblicato dalla prestigiosa rivista Gut nel 2013, sottolineano come le abitudini alimentari di bambini italiani rispetto a bambini di popolazioni rurali africane ,determinano profonde differenze nella composizione del microbiota intestinale, nello specifico fra i principali phyla : Firmicutes, Bacteroides, e Actinobacteria .

Il microbiota ha un peso di circa 1 chilogrammo e mezzo ed è considerato un vero e proprio organo virtuale disseminato in tutto il canale alimentare , a partire dal cavo orale fino al canale anale. E’ costituito da 100 trilioni di cellule batteriche, miceti e virus (dieci volte il numero delle cellule che costituiscono il corpo umano), che vivono in simbiosi con l’organismo umano e sono fondamentali per il corretto funzionamento metabolico.

Per microbioma s’intende l’intero patrimonio genetico del microbiota. E’ estremamente variabile e ci identifica; ogni essere umano possiede una cosiddetta impronta biologica, ossia lascia una traccia ben precisa come un impronta digitale.

La funzione del microbiota è considerata essenziale per la nostra sopravvivenza, è dipendente da una condizione di equilibrio o eubiosi che se alterata porta a conseguenze gravi e anche letali. L’equilibrio delle quantità di batteri presenti all’interno di qualunque mucosa e organo deve essere molto preciso poiché si può andare incontro a una disbiosi, ossia una patologia, come per esempio dissenteria o stipsi nel caso di disbiosi da Escherichia Coli.

L’eubiosi può essere alterata non solo per aumento o diminuzione di determinati ceppi batterici, ma anche per migrazione di tali batteri da una mucosa all’altra, come ad es. il passaggio di Escherichia Coli dalla mucosa intestinale a quella delle vie urinarie, che è causa di cistiti.

La potenzialità biologica e di influenza del microbiota va oltre l’organo che lo ospita, ma influenza anche la salute di altri organi, attraverso al produzione di metaboliti biologicamente attivi nel mantenere l’omeostasi.

Le funzioni del microbiota sono numerose e importanti.

Funzioni strutturali, necessarie per mantenere l’integrità della mucosa intestinale, con la proliferazione di enterociti e il mantenimento dei villi epiteliali, attraverso la produzione di una proteina il peptidoglicano. Solo un epitelio integro garantisce una corretta funzione intestinale, e di assorbimento dei nutrienti; viceversa quando le giunzioni dell’epitelio vengono meno, insorge la sindrome dell’intestino permeabile(leaky gut sindrome); aumenta la flogosi fino a portare a patologie come il Morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa. L’integrità della mucosa costituisce inoltre un sistema di difesa nei confronti di fattori immunogenici ed è un elemento importante della capacità immunologica complessiva dell’ospite.

Funzioni protettive contro i batteri patogeni, producendo sostanze in grado di inattivarli come antibiotici naturali, e sottraendo loro i nutrienti.

Funzione metabolica ,con produzione di sostanze regolatorie come gli acidi grassi a catena corta, la sintesi di vitamine, la regolazione dell’insulino -resistenza, la detossicazione.

Funzione neuroendocrina con influenza su motilità e secrezioni del tratto gastrointestinale.

Le disbiosi, cioè le alterazioni del microbiota, determinano un infiammazione sistemica con aumento in circolo di sostanze proinfiammatorie e un assottigliamento del muco protettivo intestinale che scatenano patologie infiammatorie intestinale e patologie autoimmuni. Sono associate inoltre a patologie metaboliche come il diabete di tipo 2, l’obesità , le patologie autoimmuni e alle patologie infiammatorie intestinali.

E ancora sono associate a patologie allergiche, sindromi depressive, autismo; infezioni urogenitali; cancro del colon; malattie cardiovascolari e degenerative come Parkinson e Alzheimer.

Le cause di disbiosi sono varie e numerose, prima fra tutte una scorretta alimentazione, con un eccesso di carboidrati e di grassi, e una carenza di vegetali e fibre; e la presenza di additivi alimentari.

La dieta deve essere ricca di fibre con cereali integrali, acidi grassi polinsaturi e monoinsaturi come quelli dell’olio d’oliva o della frutta secca; ricca di antiossidanti come quelli presenti nella verdura e nella frutta e di cibi fermentati ricchi di microrganismi utili alla salute.

Una dieta ricca di fibre stimola il microbiota a produrre composti chimici utili per l’organismo come ad esempio il butirrato che ha un’azione antiinfiammatoria; aiuta a mantenere lo strato di muco protettivo per l’intestino e sopprime la crescita di specie patogene come Escherichia Coli, salmonella, ecc. Infine stimola una maggiore biodiversità e arricchimento del microbiota stesso.

Causa di disbiosi sono le terapie farmacologiche come gli antibiotici, gli antiacidi, IPP, terapie ormonali e oncologiche.

Anche patologie come malattie epatiche, gastriche, malattia diverticolare e parassitosi; celiachia, sono tutte causa di alterazioni del microbiota; come pure gli stati ansiosi e le alterazioni del ritmo sonno-veglia.

Quando non è sufficiente una corretta alimentazione per ripristinare una situazione di eubiosi si può ricorrere all’uso di probiotici e prebiotici.

I primi sono batteri positivi presenti in alimenti e integratori, in grado di arrivare vivi all’intestino; i prebiotici invece sono fibre alimentari solubili in grado di indurre la crescita di batteri buoni fornendo loro il nutrimento.

I probiotici sono presenti in molti integratori a base di fermenti lattici vivi, ma diversi alimenti li contengono naturalmente come lo yogurt, il kefir e gli alimenti fermentati (formaggi, crauti) . I prebiotici sono maggiormente concentrati in frutta (banane e frutti di bosco),verdura (asparagi, tarassaco, aglio)e legumi ; essi forniscono ai batteri intestinali il nutrimento attraverso la fibra .

Probiotici e prebiotici stanno assumendo l’importanza di veri e propri farmaci, in quanto sono in grado di riequilibrare in modo corretto le numerose e diverse specie batteriche prima ,durante e dopo l’instaurarsi di una situazione patologica a carico dell’intestino e di altri organi.

In alcuni casi selezionati, resistenti alle terapie come nel caso di infezione da Clostridium difficile o nel morbo di Crohn, in coliti ulcerose e pseudomembranose refrattarie alle terapie comuni , si è rivelato utile ed efficace il trapianto fecale, metodo di semplice esecuzione che consiste nel prelevare del microbiota umano sano dalle feci di un donatore, e reintrodurlo nel paziente.

Ci sono buone prospettive terapeutiche con il trapianto del microbiota, anche in malattie degenerative , fra cui morbo di Parkinson, la sclerosi multipla e le malattie autoimmuni. Anche la ricerca oncologica sta studiando i legami che intercorrono tra il microbiota e la prevenzione e terapia dei tumori stessi.

L’esame del microbiota intestinale attraverso l’analisi di un campione fecale attraverso innovative tecniche di sequenziamento del DNA microbiotico, permette di analizzare in modo dettagliato la composizione del microbiota stesso, consente di analizzare l’efficienza metabolica e di correggere eventuali situazioni di squilibrio.

Negli ultimi dieci anni i ricercatori hanno compiuto sforzi per comprendere il microbiota umano e per capire il suo legame con la malattia; fondamentale è che la ricerca biomedica continui ad dare priorità a questi studi, cercando di utilizzare il microbiota intestinale per sviluppare nuove terapie, in numerose e spesso gravi patologie.

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